Se questo libro fosse un caffè sarebbe uno di quelli ristretti, amari, scuri come la pece, senza correzioni, serviti in tazze troppo strette, che fanno fare strane bocche se li mandi giù troppo in fretta, ma che hanno un effetto così eccitante da riuscire a toglierti il sonno per ore, forse giorni.

Un romanzo distopico, una storia dolorosa, ma necessaria. Il senso di angoscia ci accompagna sin dalle prime pagine. Il mondo in cui i protagonisti vivono é talmente crudele da far provare invidia per i morti. Ma in tutto questo una piccola luce c’è sempre, ed é tenuta in vita dal profondo amore che lega un padre al suo bambino.

Commento con probabile SPOILER:

Ho finito di leggere questo libro una notte in cui non riuscivo a prendere sonno. Il risultato è stato che arrivata all’ultima pagina il sonno mi aveva abbandonato del tutto. La scrittura è strana, la punteggiatura quasi inesistente, le voci dei protagonisti sono mescolate insieme, a volte indistinguibili. Alcune scene sono davvero crude, impressionanti sebbene siano descritte in modo quasi superficiale, ma non servono descrizioni, perchè il ritmo della narrazione è sufficiente a far crescere dentro di noi tutta la tensione e le emozioni proprie dei personaggi. Il finale forse è il migliore che potevamo desiderare, voi che dite?

Breve estratto del libro:” Ci dobbiamo fermare, disse. Fa tanto freddo. Lo so. Dove siamo? Dove siamo? Eh. Non lo so. Se stessimo per morire me lo diresti? Non lo so. Ma non stiamo per morire.”

Vostra,

Emily

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